La figura retorica del costume

La figura retorica del costume

 

laboratorio di costruzione del costume teatrale

Un costume può andare molto oltre la descrizione del carattere di un personaggio: può contribuire a determinarlo.
I nostri abiti quotidiani costituiscono una sorta di prigione che limita, frena, nasconde o rivela alcuni aspetti della nostra personalità, ma per un attore indossare abiti extra-ordinari è un’occasione per far emergere possibilità impensate, per sostenere il personaggio che interpreta o per tentare nuove qualità di movimento, nuovi giochi con il proprio corpo, in una condizione di totale libertà.

Durante il laboratorio troveremo costumi o parti di costume che ci daranno la possibilità di provare sia su noi stessi, sia sul corpo di un altro, tutti i possibili vincoli che esso impone. Vincoli di carattere storico (gorgiere, bustini, colli, armature, copricapi, ecc.), sociale (abiti da sera, tute, scarponi, scarpine, tacchi, cappelli, ecc.) o di fantasia, per scoprire quanto un abito incida sui movimenti di un attore, cercando di immaginare fino a che punto quei vincoli possano diventare creativi per chi deve confrontarvisi in scena.

Dopo una serie di osservazioni, esperimenti e giochi utilizzando i costumi già esistenti, affronteremo il processo inverso: partiremo da un elemento di costume che verrà proposto, un elemento semplice e proprio per questo ricco di innumerevoli possibilità, ed elaboreremo modifiche di tipo cromatico, di materiale o forma, che composte insieme ci racconteranno la storia, la follia, il carattere o il periodo storico del personaggio che avrebbe potuto portarlo, creato dalla nostra fantasia.
Un percorso, dunque, inverso rispetto all’ordinario: non più dal personaggio al costume, ma dall’elemento del costume all’invenzione del personaggio.

Laboratorio dalla durata variabile, non meno di 6 giorni oppure divisibile in due laboratori autonomi di 3 giorni